In questo articolo voglio parlarvi di esche artificiali e delle loro specifiche tecniche.

Vi è mai capitato di entrare in confusione quando sentite parlare di termini quali “rattling“, “sinking“, “popping“, “floating“, “suspending“?? Ecco, proverò a chiarirvi ulteriormente le idee cercando di essere più chiaro possibile nelle spiegazioni.

Bisogna fare anche una distinzione tra le due macro-categorie di esche: Hard Baits e Soft Baits. Oggi parleremo solo di Hard Baits.
Hard Baits:

Le Hard Baits sono tutte quelle esche “dure”, costruite quindi in balsa, resina,legno, plastica,etc. Possono variare sia nelle forme, come vedremo più in basso in questo stesso articolo, che nel loro peso e lunghezza. Se mossi nel modo corretto tramite movimenti di polso della canna (chiamato Jerk), dovrebbero simulare un pesce in fuga e ferito e quindi stimolare la curiosità o la voracità del predatore.

Inizio col dirvi che esistono due tipi di movimento nelle esche artificiali della categoria Hard Baits. Il Rolling e il Wobbling

Il Rolling è il movimento che l’esca compie quando la recuperiamo sul suo asse longitudinale, ossia l’oscillazione da destra a sinistra che possiamo notare immaginando di guardare il nostro artificiale frontalmente mentre lo recuperiamo. Il rollìo puo essere più o meno accentuato, dipende dalla tipologia di esche e dalle diverse case costruttrici. Ha la funzione di far luccicare l’artificiale che verrà cosi percepito dalla linea laterale del predatore.

Il Wobbling è lo “scondinzolare” del nostro artificiale mentre viene recuperato, anch’esso ha la funzione di far “luccicare” l’esca ma il vero punto di forza è lo sbandamento. Questo sbandamento dipende dalla forma dell’artificiale, dalla velocità di recupero e dalla grandezza della paletta. La sbandata più o meno ampia quindi, fa si che si crei uno spostamento d’acqua, emettendo delle vibrazioni che verranno avvertite dal predatore di turno, tramite la linea laterale.

All’interno della categoria Hard Baits troveremo diverse sottocategorie relative alla tipologia dei nostri artificiali
  • Minnows
  • Wtd
  • Popper
  • Jig
  • Skipping

Parlando di Minnow, sono stati tra i primi ad essere concepiti per lo spinning. Hanno la forma di un pesce vero e proprio e cercano di simulare con il loro movimento un pesce ferito. Dipende dalla paletta che hanno riescono a risultare più o meno affondanti.

I Minnow si dividono in 3 sottocategorie:

Floating – galleggianti, lavorano a pelo d’acqua o poco sotto la superficie. 
Suspending – L’affondamento “neutro” permette che questa tipologia di esca artificiale, non affondi, ne risalga in superficie, mantenendo la profondità acquisita durante il recupero.
Sinking – Costruito appositamente per affondare una volta lanciato, ha bisogno di un po di pratica per capire come farlo lavorare. Ci sono anche delle varianti tipo “slow sinking” o “heavy sinking” ma ci dilungheremmo troppo.

Altre categorie di minnow sono i Lipless (ovvero artificiali senza paletta che hanno un nuoto abbastanza irregolare), i Darter (senza paletta con il muso tagliato di traverso, agiscono appena sotto la superficie) ed infine i Long Jerk (minnow abbastanza lunghi e affusolati, ottimi per i lanci a lunga distanza perche tagliano l’aria e sono molto aerodinamici, di solito dai 170mm ai 20mm).

Un’altra categoria di esche artificiali, sono i Top water che lavorano sul pelo dell’acqua e possono affondare per una decina di centimetri. tra i principali troviamo: i Wtd e i Popper

I Wtd (acronimo di Walking The Dog) hanno la forma un po più bombata dei minnow e sono senza paletta. Con dei recuperi specifici hanno un nuoto “a zig-zag” che simula un pesce ferito. Solitamente stanno con la testa fuori dal pelo dell’acqua e per questo vengono chiamate e classificate come esche Top-Water. La maggior parte dei modelli ha all’interno delle sfere metalliche che producono vibrazioni e servono per attirare i predatori che incuriositi dal rumore delle sfere si avventano verso di essi. Il sistema di sfere all’interno viene chiamato “rattling“.

I Popper, classificati come esche top water, di solito sono grossi artificiali, abbastanza pesanti (ma ne esistono anche di leggeri) che attirano prede di taglia. I Popper hanno la caratteristica di avere la bocca cava, questa crea un forte attrito con l’acqua e produce degli spruzzi e delle bolle mentre viene recuperato velocemente. Sarà proprio quel “rumore” ad attirare i predatori anche da lunghe distanze.

Le Skipping sono invece delle esche molto diverse da  quelle che abbiamo visto fino ad ora. Sono infatti a forma di saponetta e non riproducono alcun pesce in particolare. La forza attirante di queste prede è il loro movimento sull’acqua. Andranno infatti recuperate velocemente in modo da farle “galleggiare” a pelo d’acqua con continui saltelli sulla superficie alternato a qualche breve affondo. Questi artificiali saranno una carta da utilizzare in presenza di predatori di galla come lampughe, leccie amia e serra, quando questi avranno bisogno di recuperi particolarmente nervosi per essere invogliati all’attacco.

I Jig sono invece delle esche metalliche che di solito si utilizzano quando vogliamo raggiungere distanze elevate. La tecnica per eccellenza per pescare da riva viene chiamata Shore Jigging e viene fatta di solito utilizzando canne e muli adeguati con esche che vanno da 30 a 60 gr. ed oltre. Ma nel corso degli anni questa tecnica si è evoluta in altre tipologie e, con l’avvento delle canne da Trout Area e da Finesse, ad oggi siamo in grado di lanciare anche jig da 1-2 gr.
Grazie alla loro forma piatta arriveranno sul fondo con il movimento simile alla caduta di una foglia morta. Questo tipo di caduta, spesso e volentieri è la causa dell’attacco del predatore. Il recupero sarà a dente di sega, una volta stabilito che il jig ha toccato il fondo, avvieremo un recupero particolare. Daremo delle jerkate verso l’alto, cosi da far sollevare dal fondo l’esca di uno o due metri circa, per poi farlo cadere di nuovo, continuando fin quando non termina il recupero.

Ci tengo a precisare che lo spinning con esche Hard Baits si può praticare sia da riva che da barche o scogliere nelle più diverse varianti delle tecniche esistenti. Ve ne elenco alcune in basso.

Shore Jigging – Tecnica che consente di lanciare jig da 30 a 60 gr. dalla spiaggia o dalla scogliera
Light Jigging – La versione ridotta dello shore jigging
Slow Pitch – Tecnica verticale che utilizza particolari canne dall’azione molto parabolica unita a mulinelli da bait casting e particolari Jig dalla forma più tonda.
Vertical Jigging – Variante pesante dello slow (per semplicità, ma non è proprio cosi) che utilizza canne molto robuste, mulinelli molto grossi e resistenti e jig anche da 200 gr.
Light game o Light spinning o Ultra-light spinning – Pesca a spinning che si effettua principalmente sui porti ma ultimamente anche in mare ed in acque dolci (non approfondisco che altrimenti non ne usciamo più)
Popping – Tecnica che come dice la parola stessa utilizza grossi popper. Solitamente utilizzata per la pesca al tonno rosso o a tunnidi in generale.
Spinning medio – Una delle tecniche più utilizzate da chi vuole iniziare. Solitamente si utilizzano canne con azione da 5 a 40 gr. Anche qui non mi dilungo
Spinning pesante – Si utilizzano canne con azione da 20 a 80 gr. ed oltre che riescono a lanciare grossi artificiali come long jerk o grossi popper

Ah…..mi sono dimenticato di parlare degli Ondulanti.….