La pesca è uno degli sport che permette di stare a contatto con la natura per molto piu tempo rispetto ad altri
Possiamo andare al lago con lo zio, al mare con i figli o con i nipoti, al fiume con i nonni….ma quel che rimane è che la pesca aiuta a condurre una vita più sana, equilibrata e soprattutto felice. Nonostante la pesca non sia uno sport propriamente detto “fisico”(ad eccezione dello spinning e di alcune tecniche di pesca come la pesca a mosca), è stato dimostrato scientificamente che da diversi benefici cardiovascolari.
La pesca fa bene al cuore
Naturalmente mangiare il pesce pescato favorisce l’abbassamento della pressione cardiaca prevenendo ictus e scompensi cardiaci. Aiuta anche a sviluppare le funzioni celebrali nel cervello dei bambini. Oltre al cuore e la salute del cervello, la ricerca dimostra che mangiare pesce può salvare la vista, ridurre il rischio di asma, proteggere la pelle dai raggi UV e diminuire le probabilità di sviluppare l’artrite reumatoide. Alcune ricerche suggeriscono che una dieta ricca di pesce potrebbe anche contribuire a ridurre il rischio di cancro al seno.
Mangiare pesce aiuta a vivere più a lungo.
E’ proprio vero che un’alimentazione sana allunga la vita. Ne sono d’esempio le donne giapponesi che vivono nei paesi costieri e che hanno una dieta ricca di prodotti ittici. La loro aspettativa di vita è la più lunga del mondo con ben 87 anni di media secondo OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità)
La pesca riduce lo stress
Sia donne che uomini sono d’accordo sul fatto lanciare il terminale in acqua aiuta ad allontanare lo stress. Il lancio ridurrebbe la pressione arteriosa creando un senso di eccitazione, alleviando la tensione muscolare e rallentando il rilascio di dopamina.
La pesca aiuta a diminuire i sintomi del disturbo da stress post traumatico
La combinazione tra rilassamento mentale e una semplice forma di esercizio come pescare aiuterebbe le persone che soffrono da stress post traumatico. Lo dimostra uno studio del 2009, che ha monitorato un gruppo di persone che soffrivano di questa malattia. Dopo tre giorni i partecipanti avevano riportato una riduzione del 32% dei sensi di colpa e del 50% dei sentimenti di ostilità. La paura si era ridotta del 30% e la tristezza del 40%.