La pesca a feeder è una tecnica moderna, altamente efficace e molto apprezzata per la sua versatilità e semplicità. Nata per l’acqua dolce, si è rapidamente affermata anche in ambito marino, specialmente in porti, foci e fondali sabbiosi dove il pesce si alimenta vicino al fondo.
Il cuore della tecnica è il pasturatore (feeder), un piccolo contenitore appesantito che viene riempito con pastura e lanciato in acqua insieme all’innesco. La pastura si disperde lentamente, attirando il pesce proprio in prossimità dell’amo. La lenza resta sul fondo, e ogni tocco viene segnalato dalla cimetta sensibile della canna (quiver tip), capace di registrare anche le abboccate più delicate.
La canna da feeder è robusta ma sensibile, con lunghezze variabili (dai 3,30 ai 4,20 metri) a seconda della distanza di lancio desiderata. Il mulinello deve essere fluido e capiente, spesso caricato con trecciati o fili sottili per garantire la massima trasmissione delle abboccate.
In mare, la tecnica a feeder si rivela particolarmente efficace per cefali, orate, saraghi e pagelli. L’esca più usata è il bigattino, spesso combinato a pasture a base di sfarinati, ma anche piccoli vermi o pezzi di cozza risultano estremamente validi.
La pesca a feeder è una tecnica strategica e coinvolgente, adatta a tutti: dal principiante che vuole avvicinarsi al mondo della pesca, al pescatore esperto in cerca di precisione e resa.
Silenziosa, metodica e spesso sorprendente, regala grandi soddisfazioni a chi sa leggere i segnali del fondo… e della cima.
Preparati a immergerti in un mondo affascinante dove ogni gesto ha un significato, ogni attrezzo una storia e ogni cattura un’emozione.